5 libri di cucina scritti da Massimo Montanari

Torna la rubrica dei consigli di lettura sui libri da cucina, oggi vi consiglio 5 libri di cucina scritti da Massimo Montanari. Scopriamo l’autore e poi le proposte interessanti.

Massimo Montanari

5 libri di cucina scritti da Massimo Montanari
5 libri di cucina scritti – Massimo Montanari

Massimo Montanari, nato a Imola nel 1949, è professore di Storia medievale all’Università di Bologna, dove insegna anche Storia dell’alimentazione e dirige il Master europeo “Storia e cultura dell’alimentazione”.

È stato pioniere in questo campo di studi. I suoi lavori (una ventina di volumi e numerosi saggi) hanno avuto risonanza internazionale e sono tradotti in molte lingue. Ha tenuto seminari, conferenze e corsi in tutta Europa e inoltre in Giappone, negli Stati Uniti, in Canada, nell’America latina.

È membro del comitato scientifico dell’Institut Européen d’Histoire et des Cultures de l’Alimentation, con sede a Tours. È membro del comitato direttivo del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto.

Nel 2002 è stato insignito dal presidente Azeglio Ciampi del titolo di Ufficiale all’onore della Repubblica per meriti scientifici. Per la sua attività ha ricevuto numerosi premi in Italia e all’estero.

Nel 2012 gli è stato conferito dall’Institut de France il Premio Rabelais, un nuovo premio destinato a personaggi che si sono segnalati internazionalmente nello studio, nella diffusione e nella promozione della cultura del cibo.

Nel 2013 è stato eletto membro onorario dell’Académie Royale de Belgique.

5 libri di cucina scritti da Massimo Montanari

Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro

l mito delle origini è quello che ci fa pensare che esista un punto magico della storia in cui tutto prende forma, tutto comincia e tutto si spiega; il punto in cui si cela l’intimo segreto della nostra identità. Ma perché quello delle origini è solo un mito?

Il fatto è che le origini, di per sé, spiegano poco: l’identità nasce dalla storia, da come quelle origini si sviluppano, crescono, cambiano attraverso incontri e incroci spesso imprevedibili. Basta un piatto di spaghetti al pomodoro per spiegarlo.

Seguendo le tracce del nostro piatto identitario per eccellenza, Massimo Montanari risale a tempi e luoghi distanti ― dall’Asia all’America, dall’Africa all’Europa, dalle prime civiltà agricole alle innovazioni medievali, fino a vicende di qualche secolo fa, o dell’altro ieri.

Scopriamo, così, che ricercare le origini della nostra identità (ciò che siamo) non ci porta quasi mai a ritrovare noi stessi (ciò che eravamo) bensì altre culture, altri popoli, altre tradizioni, dal cui incontro e dalla cui mescolanza si è prodotto ciò che siamo diventati.

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Il riposo della polpetta e altre storie intorno al cibo 

Perché il pane è un simbolo di civiltà? Cosa può insegnarci la pasta sul rapporto tra forma e sostanza? Che cosa significa dividere le carni, e non poter dividere la minestra?

Ricercare la ricetta perfetta è ideologicamente corretto? Le ricette di cucina hanno qualcosa in comune con le ricette del medico? Perché al barbecue cucinano sempre i maschi?

I piccoli gesti della vita quotidiana hanno un senso quasi mai banale. Aiutano a riflettere su quello che accade ogni giorno intorno a noi, sul nostro rapporto col mondo, con gli altri, con noi stessi.

“Un’idea a cui sono particolarmente affezionato”, scrive Montanari, “è che le pratiche di cucina non solo costituiscono un decisivo tassello del patrimonio culturale di una società, ma in molti casi rivelano meccanismi fondamentali del nostro agire materiale e intellettuale.

La cucina può così essere assunta come metafora della vita, a meno che non ammettiamo che la vita stessa sia metafora della cucina”.

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Il sugo della storia 

Alla fine dei “Promessi sposi”, Alessandro Manzoni tira le somme del racconto appena concluso e presenta ‘il sugo della storia’. Che non è il suo svolgimento, né il ‘come va a finire’, e neppure la morale. Il sugo è il meccanismo generatore, il motore che muove l’azione dall’interno.

È un’ennesima metafora gastronomica, giacché agli uomini viene spontaneo da sempre rappresentare il mondo come una cucina, una pentola, un cibo. Nel caso del sugo, la metafora funziona perché anche in cucina – come nelle storie – è il sugo a dare senso e personalità ai piatti. Salse, sughi, condimenti si aggiungono e si combinano all’ingrediente principale ma non sono accessori secondari: hanno un’importanza decisiva nel definire lo specifico carattere della vivanda, e con esso gusti, abitudini, identità gastronomiche e culturali.

In queste storie, che hanno al centro il cibo, Massimo Montanari racconta gesti, atteggiamenti, mode, pratiche, riflessioni, vicende che spaziano nei secoli e tra i continenti, e da cui spremere il sugo per il piacere di tutti noi.

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Il formaggio con le pere. La storia in un proverbio

L’idea di un libro dedicato a un proverbio può sembrare eccentrica. Ma l’occhio dello storico – un occhio attento a leggere ciò che non è più letto e ciò che è nascosto – ci dimostra quanto possa essere istruttivo e avvincente avventurarsi in una impresa come questa. (Carlo Petrini, Slow Food).

Mettere insieme il formaggio e le pere significa riscattare cacio e stracchino dalla loro umiltà contadina e trasfigurarli in cibo degno di una tavola nobile. Perché il gioco sia completo bisogna che i contadini non lo sappiano. Ecco la nascita del proverbio che si finge saggezza popolare ma una volta smascherato rivela la sua natura ferocemente classista. (Alessandro Barbero, “Il Sole 24 Ore”)

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La cucina italiana. Storia di una cultura 

L’Italia delle cento città e dei mille campanili è anche l’Italia delle cento cucine e delle mille ricette. La grande varietà delle tradizioni alimentari, specchio di un’esperienza storica dominata a lungo dal particolarismo e dalla divisione politica, è il carattere che maggiormente contraddistingue la gastronomia del nostro paese, rendendola straordinariamente ricca e attraente.

Basta questo per concludere che una cucina italiana non esiste e non è mai esistita? È ciò che spesso si è portati a credere, ma la scommessa di questo libro è dimostrare il contrario, in base a considerazioni che tendono a rovesciare alcuni luoghi comuni e i più consueti modi di approccio alla storia della cucina.

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Foto e biografia crediti a Ambasciatori del Gusto.
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