Girolomoni: il piacere di fare la pasta. Storia di una generazione – Azienda e Agriturismo

Avete presente quella sensazione di stare in pace in luogo? Beh, mettiamo che visitando la Cooperativa Agricola Girolomoni, sia quella scappatoia di cui avreste bisogno, andreste? Ho avuto l’occasione di conoscere cosa c’è dietro alla cooperativa agricola Girolomoni e ve ne parlo in questo articolo.

I valori del biologico e della storia di Girolomoni

Per noi mangiare no è soltanto trasformare e cuore il cibo – diceva Gino Girolomoni -, è molto di più. E’ anche amicizia, fraternità, bellezza, spiritualità, compagnia

Gino Girolomoni

La Cooperativa Agricola Girolomoni nasce su Montebello, a due passi da Urbino e al centro del Monastero della collina. La storia inizia nel 1971 con il suo fondatore, giovane sindaco del comune di Isola del Piano, comincia a promuovere la zona con iniziative volte a valorizzare e sostenere l’antica civiltà contadina.

Inizialmente nell’azienda si produceva latte e prodotti caseari poi si concentrò sempre di più sui prodotti tipici del territorio come i cereali e le culture foraggere per l’alimentazione zootecnica.

Nel 1977 nasce la Cooperativa Agricola Alce Nero, di cui dopo 25 anni viene ceduto il marchio e diventa Montebello, alla scomparsa di Gino Girolomoni nel 2012, la Cooperativa Agricola assume il nome di cui oggi è conosciuta.

Sapevi che inizialmente non fu facile? All’epoca non esisteva una legge dedicata alla pasta biologica e spesso andò contro a problemi burocratici e amministrativi. Si doveva chiamare solo pasta e non doveva superare delle caratteristiche imposte a quel tempo, tanto che le superava e così furono sequestrati interi camion di pasta.

Considerando che non vi erano leggi italiane che certificavano i prodotti biologici, e la scritta” biologico” a quel tempo poteva essere considerato frode al consumatore, diverso invece oggi dove riconosciamo il prodotto attraverso dei loghi specifici. Grazie alla collaborazione con Joseph Wilhelm (Fondatore di Rapunzel) che esportò i prodotti Girolomoni in Germania, l’azienda continuò la sua crescita e oggi esporta in 22 paesi tra cui i maggiori destinatari sono Francia, USA e Giappone. 

All’interno della Cooperativa Agricola oggi, sorge una locanda con ristorante, camere per gli ospiti, il monastero oggi ospita altre camera e su si trovano gli uffici, i magazzini e un museo della civiltà contadina.

Si produce in modo biologico, senza l’uso di sostanza chimiche di sintesi, passando per la conservazione e la trasformazione. Mentre per i campi si usa il metodo di rotazione con alternanza a campi di erbe aromatiche che poi vengono utilizzate per realizzare mangime per gli animali.

Il grano raccolto, per produrre la loro pasta è 100% italiano, viene controllato e collocato nei silos di stoccaggio, precedentemente puliti e e trattati con una polvere di alghe fossili e biossido di silicio che uccide gli insetti per disidratazione. Verso la fine di settembre il prodotto viene controllata la temperatura, per evitare formazione di muffe, germinazioni e infestazioni di insetti per evitare che i cereali si perdano. Sapevi che il logo attuale rappresenta il Monastero di Montebello? La Q che vedi su tutte le confezioni è dedicato ad esso.

La pasta che producono e il packaging sostenibile

Pasta di Grani Antichi, da cui derivano tre varietà di creali:

La scelta di un packaging più sostenibile:

Monastero di Montebello

Il Monastero di Montebello nasce nel 1380 fondato da Beato Pietro Gambacorta da Pisa e con lui nasce anche l’ordine dei Girolamini.
Dopo 600 anni, ormai ridotto in rovina, è stato risollevato da Gino e Tullia in quarant’anni. Sono riusciti a ricostruirlo in tutte le sue parti: la Chiesa della SS Trinità, due grandi saloni, le cantine adibite a Museo sull’Antica Civiltà Contadina, il chiostro dotato di un pozzo e una cisterna e alcune stanze sono diventate alloggi per i nostri ospiti per un totale di tre camere e due monolocali con 15 posti complessivi.

Museo sull’Antica Civiltà Contadina

L’esposizione delle attrezzature agricole vuole essere la testimonianza di una grande civiltà e insieme la speranza che questa non scompaia. Gli aratri di legno, i telai per tessere la lana, il cotone e la seta, le pietre lavorate per macinare il grano e per stendere i bachi da seta, i ventilabri per vagliare le sementi, la pialla gigantesca per fare i tini e le botti, sono gli strumenti di una civiltà in cui ogni famiglia era autosufficiente:

produceva canapa, lana e seta e le lavorava, seminava il grano e lo trasformava in pane, dal legno del bosco ne faceva uscire una sedia, una botte, un recipiente. Il museo non è solo il riconoscimento di una civiltà antica ma anche la constatazione che questi strumenti ancora oggi in parte si fanno.

Infatti il molino di pietra è dell’ultimo scalpellino che c’è rimasto a Isola, le pistole per portoni sono dell’unico fabbro, le sedie le ha fatte uno dei pochi contadini che le sanno ancora fare, le scarpe l’unico calzolaio che c’è rimasto e i cesti e i canestri di canna, passata la generazione di mio padre, non li saprà fare più nessuno.

Gino Girolomoni, Sulle tracce dei nostri padri, Quaderni del Monastero di Montebello, Fondazione Alce Nero, 2000

Agriturismo e locanda biologica – Girolomoni

Sai che la locanda vanta di una vista panoramica, con dei tramonti mozzafiato, fino a scorgere il monte “Titano” di san Marino e il mare di Cattolica? Dovreste recarvi lì nelle giornate più belle, dato che tutto il luogo è un oasi di pace e serenità.

Cosa ci hanno proposto nella locanda con vista mozzafiato? Abbiamo provato le ottime pennette con sugo e pesto di anacardi; pane ai cereali fatto in casa, delle patate gratinate e uno sfizio di dolcini davvero deliziosi! Staff gentile, educato e disponibile, tutte persone deliziose e giovani.

La nostra guida sulla Cooperativa Agricola Girolomoni, termina qui. Non perderti l’articolo su Urbino: Cosa mangiare, dove mangiare e cosa vedere e scopri la rubrica Dove Mangiare, non perdere gli aggiornamenti anche su Instagram.

Fonte: informazioni apprese durante la visita di Girolomoni+ opuscolo fornito a fine visita.

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