Oggi si è dato il via alla nona edizione di Young to Young al Vinitaly, un evento unico che riunisce giovani produttori e comunicatori di vino per un confronto appassionante e costruttivo.
Moderati dai maestri Paolo Massobrio e Marco Gatti, autori della guida Golosario, i protagonisti di questa prima sessione sono stati Bosco Longhino di Santa Maria della Versa (Pv), Tonello di Montorso Vicentino (Vi) ed Emanuele Gambino di Costigliole D’Asti (At).
Tra degustazioni guidate e conversazioni stimolanti nella sezione Young to Young, abbiamo avuto modo di scoprire vini eccezionali che rappresentano il futuro del panorama vitivinicolo italiano.
Ma Young to Young non è solo un’occasione per assaggiare vini pregiati di giovani vignaioli. È anche un’opportunità per conoscere le storie e le sfide di questi giovani talenti, che con passione e innovazione portano avanti la tradizione enologica italiana.
E non finisce qui! Al termine dell’evento, ogni partecipante è chiamato a raccontare la propria esperienza sui propri canali social, condividendo foto, video e impressioni. Un’iniziativa davvero speciale che unisce passione, conoscenza e condivisione. Sono felice di potervene parlare in questo racconto.
Imperdibile Young to Young 2024: Giovani vignaioli al Vinitaly
Bosco Longhino: Un gioiello dell’Oltrepò Pavese
Bosco Longhino, situata nel cuore dell’Oltrepò Pavese, terra vocata per il Pinot Nero fin dal 1850, è un’azienda giovane e dinamica che si distingue per la sua passione per questo vitigno nobile. Nata nel 2007, ha fatto del metodo classico il suo fiore all’occhiello, ottenendo risultati eccellenti fin dalle prime sperimentazioni con 300 bottiglie di Pinot Nero in purezza.
Oggi, Bosco Longhino vanta 38 ettari vitati su 50 di proprietà, con una produzione di circa 220.000 bottiglie all’anno. Mentre per i mercati di sbocco, solo ed esclusivamente in Italia, 120 mila bottiglie e hanno solo un’importatore a New York. La cantina propone una gamma di vini raffinati che valorizzano il territorio e la qualità delle uve:
- Pinot Nero: declinato in tre tipologie, un classico, un rosso e uno spumante, rappresenta il cuore della produzione.
- Bonarda dell’Oltrepò Pavese: un classico del territorio, vinificato in purezza.
- Chardonnay: invecchiato in legno, espressione di eleganza e complessità.
- Riesling Renano: un’interessante novità, in purezza, con la prima etichetta uscita nel 2020.
- Bottafuoco un vino dal carattere deciso, frutto di un blend di uve diverse.
Oltre alla produzione di vini di alta qualità, Bosco Longhino si dedica anche all’enoturismo, offrendo diverse attività per far vivere ai visitatori un’esperienza unica:
- Visite guidate dei vigneti: per immergersi nella bellezza del paesaggio e conoscere i segreti della viticoltura.
- Giro in bike con degustazione: un modo originale per esplorare i dintorni e gustare i vini dell’azienda.
- Pic nic in vigna: un’esperienza rilassante per godersi il panorama e la tranquillità della natura.
- Wine bar: un luogo suggestivo dove degustare i vini dell’azienda e assaporare prodotti tipici locali.
Degustazione di un Pinot Nero in purezza, annata 2018:
Il Pinot Nero in purezza 2018 di Bosco Longhino è un vino che regala emozioni. Affinato per 50 mesi sui lieviti e con una sboccatura nel luglio 2023, questo spumante si distingue per la sua finezza e complessità.
- Uvaggio: 100% Pinot Nero
- Zona di produzione: Monte Calvo, a circa 300 metri sul livello del mare
- Terreno: marna, ricco di argilla e calcare, fresco e con una buona acidità
- Vendemmia: manuale
- Fermentazione: a 16°C per la prima fermentazione, a 11-12°C per la seconda rifermentazione
- Note di degustazione: colore giallo paglierino con riflessi dorati, bollicine fini e persistenti. Al naso profumi di frutta gialla, agrumi, fiori bianchi e lievi note di pasticceria. Al palato è elegante e armonico, con una bella freschezza e un finale persistente.
- Abbinamenti che consiglio: selvaggina da piuma, anatra, piatti a base di funghi, primi di carne e con carni sia rosse che bianche.
Tonello di Montorso Vicentino (Vi), il vino vulcanico
Situata nel suggestiva Valle del Chiampo, la cantina di Diletta Tonello offre un viaggio nel cuore di un territorio vulcanico antico. Qui, su un terreno vulcanico unico con base argillosa, nasce il rinomato vino spumante Lessini Durello, conosciuto per la sua eleganza e complessità, rappresentato al meglio dal Metodo Classico Extra Brut Io Teti.
Diletta Tonello, non solo una vignaiola, ma anche presidente del consorzio del Durello, incarna la passione e la tradizione familiare che caratterizzano la sua azienda. Attraverso una combinazione di creatività, tecnica e fantasia, la cantina Tonello produce vini di alta qualità, radicati nella storia e nel territorio.
La storia di questo vitigno risale ai tempi della Repubblica della Serenissima di Venezia, quando era apprezzato non solo per il suo sapore, ma anche per le sue presunte proprietà curative. E’, grazie alla visione innovativa dei produttori del val d’Alpone, questo antico vitigno si esprime al meglio attraverso lo spumante, portando avanti una tradizione secolare con un tocco moderno.
La cantina Tonello, con i suoi 10-12 ettari di vigneti, si impegna nella produzione di Durella e Gargana, accanto a varietà internazionali come Chardonnay, Merlot e Cabernet dovuta dall’amore del papà di Dileta. Con una produzione annua di circa 50.000 bottiglie, di cui 40.000 sono dedicate al Metodo Classico degli ultimi 3 anni, la cantina guarda al futuro con fiducia, anticipando i cambiamenti del tempo e della tecnologia. Esportano negli Stati Uniti e in Giappone, un po’ di nord Europa e poi in tutta Italia.
Oltre alla produzione di vini di alta qualità, la cantina Tonello accoglie con entusiasmo i visitatori, offrendo esperienze enoturistiche indimenticabili intorno al suggestivo borgo di Soave. Attraverso visite guidate, degustazioni e percorsi enogastronomici in bicicletta e a cavallo, la cantina Tonello si impegna a creare un legame autentico con il territorio e con chi lo visita facendo rete per incrementare e valorizzare questa zona.
Degustazione Io Teti, annata 2018:
Io Teti è un Metodo Classico Extra Brut con annata 2019, caratterizzato da un’elevata acidità di 8.80, sboccatura avvenuta nel febbraio del 2023. Ottenuto da un assemblaggio di vigneti situati sia in zona di valle che in collina a 350 metri di altitudine, il tutto su terreno vulcanico. Con un mix di 90% mostro fioro e 10% di pressate, dopo 36 mesi sui lieviti, regala una leggera frizzantezza.
- Uvaggio: Io Teti, Metodo Classico Extra Brut Assemblaggio di uve provenienti da vigneti di valle sotto collina (90%) e vigneti di collina (10%)
- Zona di produzione: Monti Lessini DOC, un territorio vulcanico antico, ricco di storia e tradizione vinicola.
- Terreno: Terreno vulcanico con base argillosa, caratterizzato da una salificazione unica che dona al vino una mineralità distintiva.
- Vinificazione: Pressatura soffice, fermentazione in acciaio, rifermentazione in bottiglia con 36 mesi sui lieviti
- Sboccatura: Febbraio 2023
- Acidità: 8.80 g/l
- Fermentazione: Metodo classico di spumantizzazione, con una tiratura del 2019 e sboccatura avvenuta nel febbraio del 2023, per garantire una maturazione ottimale.
- Note di degustazione: Una spuma cremosa accoglie al naso profumi di lievito e agrumi, seguiti da sentori di pane tostato. In bocca, si distingue per la sua mineralità, frutto delle caratteristiche vulcaniche del territorio, lasciando una sensazione di pulizia e freschezza.
- Abbinamenti consigliati: Perfetto come aperitivo, si sposa magnificamente con crostacei, pesce in generale e piatti tradizionali come il Baccalà alla vicentina e il matecato.
Azienda Emanuele Gambino e il Moscato d’Asti in anfora
Emanuele Gambino porta avanti l’eredità dei nonni, coltivando con passione la terra piemontese a Costigliole d’Asti, rinomata zona di Langhe e Monferrato. Qui, tra vigneti rigogliosi e paesaggi suggestivi, nasce il Moscato d’Asti, un vino che racchiude in sé la dedizione alla tradizione e il rispetto per l’ambiente.
Dal 2014, Emanuele Gambino si dedica alla produzione di Moscato d’Asti con metodo biologico, inaugurando la sua cantina nel 2020 e dando vita alla prima vendemmia di Moscato D’Asti secco. Una produzione artigianale che conta circa 25.000 bottiglie all’anno, frutto di 14 ettari vitati coltivati con cura e attenzione.
I vigneti di Emanuele Gambino custodiscono la coltivazione biologica è il fulcro della filosofia aziendale, garantendo un approccio sostenibile che rispetta l’ecosistema e la biodiversità.
La vinificazione del Moscato d’Asti avviene sia in acciaio che in anfora di terracotta. Questa duplice scelta permette di esaltare le caratteristiche uniche del vitigno, conferendo al vino un profilo aromatico complesso e un gusto armonioso.
Degustazione Mo Ferm, annata 2020:
- Uvaggio: Moscato d’Asti
- Zona di produzione: Costigliole D’Asti, tra le suggestivi paesaggi delle Langhe e Monferrato, patria di Barbera, Moscato e altre varietà autoctone.
- Terreno: Coltivato con passione e rispetto per l’ambiente, su terreni che portano la tradizione agricola tramandata dai nonni di Emanuele Gambino.
- Fermentazione: Una filosofia biologica guida la produzione, culminata nella cantina fondata nel 2020 e nella prima vendemmia del Moscato D’Asti secco. La fermentazione avviene sia in acciaio che in anfora, conferendo un carattere unico al vino.
- Note di degustazione: Il Moscato d’Asti di Gambino si presenta con un colore giallo paglierino intenso, arricchito da leggeri riflessi verdognoli. Il profumo intenso e varietale sprigiona note agrumate di scorza di arancia e limone, accompagnate da sfumature di fiori d’arancio e aromi erbacei di rosmarino e timo. Al gusto, si apprezza l’armonia e il buon corpo, con un equilibrio tra acidità e frutto che culmina in un finale lungo e persistente.
- Abbinamenti consigliati: Perfetto in abbinamento con piatti a base di pesce, sushi e formaggi erbosi, esaltando così l’eleganza e la complessità di questo Moscato d’Asti biologico artigianale.
Queste sono le mie considerazioni. Un ringraziamento speciale a Paolo Massobrio e Marco Gatti per avermi permesso di vivere questa esperienza unica.
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5 commenti
Penso che questo sia uno degli eventi italiani con la maggiore rilevanza e risonanza a livello internazionale. Non ci sono mai stata, ma effettivamente mi incuriosisce e non poco.
Non sono un’esperta di vino, bevo per compagnia. Trovo l’iniziativa descritta nell’articolo molto interessante e mi chiedo se potrebbe essere replicata in altri settori.
Mi piace assaggiare nuovi vini, ma non posso certo definirmi un’esperta conoscitrice! Mi piacerebbe molto un tour guidato in vigna con tanto di picnic, ottima idea quindi quella di Bosco Longhino.
Prima volta anche per me, molto bella!
Non la consiglierei all’inaugurazione e durante il fine settimana! Ma una fiera molto interessante!