Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta Il cannocchiale del tenente Dumont di Marino Magliani edito da L’Orma Editore Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera!
Acquista il romanzo Il cannocchiale del tenente Dumont di Marino Magliani Qui
Recensione di Daniela Carletti di Il cannocchiale del tenente Dumont di Marino Magliani
“«Sotto osservazione».”
— Daniela Carletti Autrice
Durante la storica battaglia di Marengo (1800), due ufficiali (Lemoine e Dumont) e uno chasseur (Urruti) arruolati nell’esercito napoleonico, disertano dandosi alla macchia, portando con sé una ragguardevole quantità di hascisc di cui si sono forniti durante la campagna d’Egitto da cui provengono.
Nonostante il divieto di Napoleone di farne uso e di diffonderne il consumo specie fra i soldati, la sostanza approda in Europa. Per questo motivo i tre fuggiaschi vengono sottoposti ad un esperimento sanitario da parte del Dottor Zomer che, facendo rapporto ad un’apposita commissione, cerca di comprendere il rapporto fra la diserzione e gli effetti della droga.
I tre uomini infatti, vengono seguiti e studiati a distanza da emissari che riferiscono puntualmente a Zomer, gli spostamenti e il comportamento dei disertori che, durante la loro peregrinazione, si rendono conto a poco, a poco, di osservare da lontano la vita degli altri, filtrata attraverso la visione artefatta del cannocchiale, senza vivere la propria, poiché “… disertare è qualcosa che non finisce, diventa una missione, una carriera. Un grado. A uno dovrebbero scriverlo sulla pietra.” (pag. 164).
Durante la fuga Lemoine è scoraggiato e se usa il suo cannocchiale è per vedere qualcosa di significativo, come ad esempio avvistamenti di navi. Urruti usa il cannocchiale solo per individuare la canaglia che li insegue (ormai ne è certo), senza però riuscire a scovarla. Dumont invece, usa il cannocchiale per osservare da lontano, gli altri vivere, nelle rare volte in cui va in avanscoperta; e quando ci va, trova una scusa per tornare presto indietro.
Tra descrizioni del panorama in cui loro malgrado i tre uomini si trovano, fra disagi e sofferenze nel lento scorrere quotidiano “… ripetendo narrazioni di giornate tutte uguali, tra le montagne tutte uguali o davanti al mare, ore e ore a sentire il capitano …” (pag. 249), risulta accattivante il fatto che i tre fuggiaschi, mentre osservano a debita distanza lo scorrere della vita che a loro è preclusa per sempre, sono a loro volta osservati e oggetto di indagini medico-sanitarie, quasi fossero delle cavie da laboratorio.
Anche per questo il testo risulta intessuto di una certa introspezione psicologica che esorta a riflessioni di carattere esistenziale, sulla base della visione di un orizzonte artefatto dalla lente del cannocchiale che, garantendo solo la visione del “filmato muto”, accoglie tra i protagonisti della vicenda, il silenzio.
Daniela Carletti
Iscriviti alla newsletter e ricevi direttamente nella tua casella di posta elettronica tutti gli ultimi articoli, le ricette, gli eventi e le novità e gli aggiornamenti sul mio blog. Oppure seguimi su Facebook e Instagram.