Sottomissione di Michel Houellebecq – Recensione

Oggi ospitiamo la recensione Sottomissione di Michel Houellebecq in collaborazione con l’autrice Paola Bertoni di Pasta Pizza Scones travel blog. Ho adottato un suo articolo visto che si sposa bene con i temi trattati nel blog ed è sempre piacere ospitare articoli in collaborazione con persone che si stimano.

Paola ci racconta Sottomissione di Michel Houellebecq

Uno dei miei autori preferiti è Michel Houellebecq, irritante come solo le migliori penne della letteratura sanno essere. Lo leggo in francese, la lingua originale, per non perdere la musicalità della lingua nella traduzione italiana. Ti parlo di lui perché ho ritrovato la recensione che avevo scritto quando era uscito Soumission – in italiano uscito come Sottomissione – e l’ho trovata ancora attuale.

Chi è lo scrittore Michel Houellebecq

La prima impressione su Michel Houellebecq è quasi sempre pessima, sia per i temi controversi dei suoi libri che per il suo aspetto viscido. La sua vita è fatta di spostamenti, instabilità familiare e culture diverse quindi ci sta che sia acidino con tutti. In Francia poi è considerato decisamente poco simpatico per le sue prese di posizione contro la religione islamica.

L’autore Michel Houellebecq

Michel Houellebecq è nato con il nome Michel Thomas nel dipartimento francese d’oltremare di Réunion nel 1956. Fino a sei anni è vissuto in Algeria con i nonni materni. Poi è andato a vivere a Parigi dalla nonna paterna, dalla quale ha preso il cognome Houellebecq. Genitori vivi, ma non pervenuti. Dopo il liceo si è diplomato in agraria e ha studiato cinema per un breve periodo senza mai diplomarsi.

Nel frattempo si è sposato e ha avuto un figlio, seguito da un periodo di disoccupazione, divorzio e depressione. Nel 1983 si è ripreso e ha iniziato una carriera nel settore informatico che gli ha dato la tranquillità economica per dedicarsi alla scrittura.

Peccato che le polemiche sulla misoginia e l’oggettivazione delle donne dei suoi primi libri lo hanno fatto auto-esiliare in Irlanda per qualche anno con la sua seconda moglie. Houellebecq ha davvero scritto delle scene abbastanza disgustose e le polemiche avevano perfettamente senso. Secondo me però la sua genialità sta proprio nel descrivere la realtà sporca e cattiva come si presenta, senza edulcorarla.

Poco dopo comunque si è trasferito in Spagna per poi tornare in Francia proprio nel momento in cui era uscito lo scandalo dei personaggi famosi che avevano preso la residenza all’estero per evitare le tasse. Houellebecq in un’intervista ha giustificato questa scelta controcorrente per la stanchezza che gli causavano le lingue straniere.

Per quanto riguarda i suoi libri, la critica lo ha spesso paragonato a Zola con il suo naturalismo, a Céline, a Ellis e addirittura a Baudelaire. Nella sua scrittura si sente anche l’influenza di Schopenhauer, da Houellebecq stesso indicato come suo maestro spirituale. I temi trattati sono tanti e diversi tra loro, dal liberismo economico al confronto tra uomo e animale, passando per la religione, tema di cui tratta Sottomissione.

Contesto del libro Sottomissione: immigrazione e Islam in Francia

In Francia il tema dell’immigrazione e islamizzazione è sempre scottante per via degli attentati accaduti non troppi anni fa. Alcune periferie parigine sono considerate abbastanza pericolose. In molti casi le sommosse sono organizzate da persone che appartengono alla seconda generazione di immigrati dalle ex colonie.

La Francia infatti si considera uno stato laico e non prevede l’ostentazione di simboli religiosi da nessuna parte. Il laicismo francese però funziona bene solo sulla carta perché in pratica gli immigrati vengono ghettizzati in quartieri periferici e questo porta spesso alla radicalizzazione.

Sottomissione di Michel Houellebecq si insinua in questi argomenti di attualità e si immagina una Francia che viene trasformata in uno stato islamico. Il protagonista è il decadente accademico François, con una vita monotona e una certa notorietà legata ad un saggio su Huysmans pubblicato parecchi anni prima. Sottomissione porta avanti in modo parallelo le vicende del protagonista, della politica e la biografia del naturalista cristiano, proponendo analogie e collegamenti.

La trama di Sottomissione

François è un professore universitario molto solo, a parte brevi storie con le sue studentesse. Come quasi tutti i personaggi di Houellebecq, anche lui è un uomo senza nessun ottimismo che nasconde l’inutilità della sua vita con il sesso o relazioni con donne più giovani.

La sua storia inizia quando in Francia l’Islam sta avanzando ad ogni livello sociale e si vocifera di un prossimo presidente musulmano. Quando la sua ultima fiamma Myriam emigra in Israele con la famiglia per paura di un nuovo governo antisemita, François inizia a riflettere sul significato della sua vita.

Se alcuni cittadini sono spaventati e scelgono di fuggire, quando si svolgono le elezioni presidenziali François invece si descrive “politicizzato come un asciugamano”. Non ti sembra davvero attuale visto le persone che hanno perso fiducia nella politica?

Nel libro come nella vita reale l’alternarsi di destra e sinistra sono inutili perché non cambia mai nulla. Houellebecq riesce ad essere incredibilmente urticante proprio perché inserisce in un romanzo di fantasia la parte più fastidiosa della nostra realtà.

Sottomissione di Michel Houellebecq – Recensione

Il romanzo prosegue con la vittoria del candidato del partito musulmano. Poco dopo la sua università viene acquistata da un gruppo di sauditi che congeda con grazia François e molti suoi colleghi che non si sottomettono all’Islam. François non la prende malissimo e l’unica sua preoccupazione è non riuscire più a provare piacere, gestire la corrispondenza e scaldare piatti pronti al microonde.

In Sottomissione il laicismo della Francia soccombe in silenzio, sia per l’irresponsabilità degli intellettuali che per la mancanza di domande dei giornalisti, mentre le donne spariscono dalla vita pubblica e le studentesse in burqa si muovono per l’università.

Nel frattempo François prova ad avvicinarsi alla fede ispirato dalla conversione di Huysmans. Alla fine però si lascia trascinare dalla corrente verso un finale particolare che non svelo per non rovinarti la lettura.

La storia si basa sulla contrapposizione della sottomissione all’Islam con lo stile di vita occidentale libero, ma privo di valori. L’ideale di famiglia musulmana diffuso dal nuovo governo prevede un ruolo prestabilito per ogni individuo che risulta quasi rassicurante rispetto all’unica alternativa possibile.

Per questo Sottomissione è un libro molto interessante che offre un punto di vista curioso mentre analizza i problemi della società francese.

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