Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio | Recensione

Oggi Daniela di Daniela Carletti – La sconfitta del tempo per l’appuntamento del libro, ci parla di Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio nell’edizione di Sellerio Editore Palermo.

Trama Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio

“Oltre alle regole scritte, quelle del codice e delle sentenze che lo interpretano c’è una serie di regole non scritte. Queste ultime vengono rispettate con molta più attenzione e cautela. E fra queste ce n’è una che più o meno dice: un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega. Non si fa, e basta. Normalmente chi viola queste regole, in un modo o nell’altro, la paga. O perlomeno qualcuno cerca di fargliela pagare”.

Ragionevoli Dubbi

L’avvocato Guido Guerrieri deve correre questo rischio. C’è un uomo in carcere che si dichiara innocente, condannato in primo grado per traffico di droga. Le circostanze sono schiaccianti e lui stesso, in un primo momento, aveva confessato. Ma c’è però la possibilità che sia finito in una trappola orchestrata dall’avvocato di primo grado.

Un maledetto imbroglio, dunque, che Guerrieri è restio a caricarsi, e non solo perché tutte le apparenze sono contro. Il detenuto non è una faccia nuova: ai tempi del movimento studentesco lo chiamavano Fabio Raybàn, picchiatore fascista ossessione dell’adolescenza di Guido. C’è anche una situazione personale ambigua che coinvolge l’avvocato: la fine forse di un amore, l’inizio pericolosissimo di un altro, e in ciascuno di questi incroci sembra materializzarsi lui, il detenuto che si proclama disperatamente innocente.

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Recensione di Daniela Carletti – Ragionevoli dubbi

«Mezze verità»

«Ragionevoli dubbi» del 2006, è il terzo “Thriller legale” (ma anche “Noir mediterraneo”) che fa parte della serie dedicata dall’autore alle vicissitudini professionali e non solo, dell’avvocato Guido Guerrieri.

Un ex picchiatore viene incriminato per droga e, nonostante sia l’autore di un pestaggio ai danni di Guerrieri avvenuto molti anni prima, quest’ultimo ne assume la difesa.

Forte del fatto che l’altro non l’abbia riconosciuto, l’avvocato deve fare i conti con la propria dirittura morale, ma non esita a difendere l’uomo, secondo i dettami della professione imposti dall’etica.

La cosa si complica sia quando Guerrieri, ricambiato, si accosta sentimentalmente alla moglie del suo cliente, sia quando durante le indagini, si intuisce che l’accusato probabilmente, è stato incastrato.

Guerrieri è il protagonista e l’io narrante di questo thriller dalla trama accattivante.

Molto intenso il crescendo tensivo che trova il suo acme nell’arringa finale del protagonista, una bellissima pagina significativa oltre che sul piano processuale, anche su quello dell’etica, poiché una cosa può essere ciò che appare, ma anche il suo contrario.

A pag. 266 Carofiglio anticipa questa considerazione giocando sull’anagramma dell’espressione “la verità”, che da luogo al termine “relativa”. Afferma così che, non solo nei tribunali la cosiddetta “verità” è quanto di più opinabile si possa immaginare, ma, di fatto, anche nella vita.

Attraverso una serie di esperienze passate e presenti, il messaggio viene reso al lettore a partire dalla sfera più intima del protagonista, per essere poi, quasi con il beneficio di quella, sancito in sede legale.

E “Nulla succede per caso”, non è solo il libro che Guerrieri sta leggendo, ma anche il sostegno intellettuale che avvalora la tesi dell’autore: è un antico dolore irrisolto (quello relativo al pestaggio), che il “non caso” riporta con estrema ironia nella contemporaneità del narrante stravolgendolo completamente e facendolo riflettere “…l’imputato, era davvero ancora colui che aveva ossessionato la mia adolescenza?… In base a cosa possiamo dire con certezza che un’immagine nella nostra testa è il risultato di una percezione o di un atto di immaginazione?” pag.287.

Anche la storia d’amore presente nel romanzo, è finalizzata a porre in discussione la verità come assoluto, poiché quell’amore, descritto con eleganza e misura, contraddice il ruolo di Guerrieri come avvocato.

Ma Carofiglio lascia intendere che non sono mai le storie di per sé ad essere protagoniste, quanto piuttosto il gioco della vita “che non si rassegna.” pag.199.

È sulla base di questa spinta che accadono le cose, anche se, come si evince dalla requisitoria, appaiono in un modo e sono tutt’altro, essendo solo mezze verità.

Daniela Carletti

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