Il Passeggero del Polarlys di George Simenon

Oggi Daniela di Daniela Carletti – La sconfitta del tempo per l’appuntamento del libro, ci parla di Il Passeggero del Polarlys di George Simenon nell’edizione Adelphi, per la collana Biblioteca Adelphi 653. Scopri i consigli di lettura degli scorsi appuntamenti.

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Trama Il Passeggero del Polarlys di George Simenon

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L.A. Ring, Giorno d’estate. Fiordo di Roskilde (1900). Randers Kunstmuseum, Randers (Danimarca). randers kunstmuseum – Il Passeggero del Polarlys di George Simenon

Ancor prima che, in una nebbia glaciale, il Polarlys lasci il porto di Amburgo, il capitano Petersen fiuta la presenza di quello che i marinai chiamano il malocchio, e intuisce che non sarà uno dei soliti viaggi – anche se ci sono gli stessi ufficiali che conosce da anni, e l’abituale carico di macchinari, frutta e carne salata che in Norvegia verrà scambiato con uno di merluzzo, olio di foca e pelli di orso.

Da subito, per dire, quell’olandese di diciannove anni che la compagnia gli ha mandato come terzo ufficiale – un ragazzino, pallido e magro nella sua uniforme impeccabile, appena uscito dalla scuola navale – non gli piace granché. E ancor meno gli piace il vagabondo che il capo macchinista ha raccattato sul molo per sostituire un carbonaio malato.

Così come non può non preoccuparlo il fatto che uno dei cinque passeggeri sia scomparso nel nulla dopo essersi registrato. E soprattutto che tra quelli rimasti ci sia lei, Katia Storm: una specie di biondissima, filiforme, ambigua creatura, dotata di un guardaroba raffinato e di un fascino perturbante. Un’apparizione decisamente incongrua a bordo del tutt’altro che lussuoso Polarlys. Né gli eventi, anche sanguinosi, che si verificheranno a bordo via via che il mercantile si spingerà verso il buio e il gelo della notte polare saranno in grado di tranquillizzare il capitano…

Recensione di Daniela Carletti del romanzo Il Passeggero del Polarlys di George Simenon

«Le certezze interiori»

“Il passeggero del Polarlys” di Simenon è indubbiamente un romanzo Giallo, un noir nella fattispecie, ma del tutto particolare, poiché l’omicidio di cui si parla non è tanto quello del caso in questione, quanto piuttosto quello che avviene nelle coscienze e nell’animo dei personaggi della storia.

Un mercantile che oltre alle merci trasporta anche passeggeri, salpa dal porto di Amburgo (che notoriamente non è sulla costa) e passando attraverso lo stretto corridoio offerto dal fiume Elba, viene letteralmente lanciato nel Mare del Nord alla stregua degli elementi, tra i ghiacci e la nebbia, tra “onde alte come case” e minacciosi iceberg.

Durante il viaggio scompare uno dei passeggeri e, successivamente, viene trovato morto un Commissario di polizia, salito a bordo in incognito durante il primo scalo.

Il Comandante della nave conduce un’inchiesta sui fatti, ma ben presto scopre che ognuno dei presenti ha qualcosa da nascondere, ed è proprio alla luce di ciò che la trama si infittisce creando non poca suspense.

Sullo sfondo si delinea una situazione economico-geografica che ci illustra la crudezza del clima che, tra le coste impervie della Norvegia con i suoi fiordi, costringe l’esigua popolazione locale ad una condizione di sopravvivenza: le poche case che appaiono di tanto in tanto in lontananza sulla costa durante il viaggio, sono aggregate più da un nome sulla carta geografica, che da un’effettiva situazione urbanistica.

Il Passeggero del Polarlys di George Simenon

Il viaggio descritto appare perciò come una metafora di quella crudezza, verso cui ogni essere umano reagisce a suo modo. I passeggeri e l’equipaggio del Polarlys infatti, imbracciano loro malgrado durante il viaggio della vita in mare aperto, una personale battaglia che, più o meno consapevolmente gli rivela la propria realtà interiore.

In particolare il Comandante della nave, Peterson, realizza una sorta di frattura nel suo personale universo, sentendosi disorientato di fronte alla sensualità dell’unico personaggio femminile che, in un contesto davvero poco confacente all’eleganza, Simenon veste di sofisticatezza e seta frusciante. Interessante notare che, se l’autore avesse voluto, avrebbe potuto includere nella storia altre figure femminili che, però, non ci sono; e dunque se la “femme fatale” da un lato va interpretata come tutti gli altri alle prese con la vita, dall’altro costituisce volutamente l’unico elemento perturbativo in un contesto del tutto maschile.  

Ma il dissidio del Comandante è di duplice natura, e perfino la sua nave, che come vociferano i marinai sembra essere sotto l’effetto del malocchio, non gli pare più la stessa a causa del clima di sospetto e circospezione che le vicende dell’intreccio, viste attraverso i suoi occhi, portano in primo piano.

Non fanno eccezione a un certo mutamento, neanche gli altri personaggi e nessuno esce dalla storia con la stessa “verginità” di prima, anche se la risoluzione del delitto determina una sorta di allentamento della tensione e, per un istante, fa dimenticare che l’assassinio vero si svolge sul piano delle certezze interiori.

Il titolo del romanzo perciò, si identifica con ogni personaggio della storia, che dapprima scompare per poi riapparire in una veste diversa, trasformato da quell’introspezione in cui Simenon è maestro.

Daniela Carletti

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