3 libri di cucina da leggere nel mese di ottobre

Stiamo tornando in una delle stagioni più belle dell’anno e quale buon occasione per consigliare 3 libri da leggere nel mese di ottobre? Pronti per scoprire di quale si trattano?

3 libri di cucina da leggere nel mese di ottobre

Ricettario dei luoghi immaginari di Alberto Manguel

3 libri di cucina da leggere nel mese di ottobre
3 libri di cucina da leggere nel mese di ottobre

Attenzione. Questo libro contiene una zuppa di demone, un’omelette di drago, dita di mago, hamburger di dinosauro e perfino un cocktail di sangue fresco. Tutti (molto) commestibili, ovviamente con l’indicazione di come sostituire le introvabili uova di drago e altri ingredienti immaginari.

Il fatto è che, come colleziona letture, Alberto Manguel fin da ragazzino raccoglie, sperimenta e inventa ricette e qui unisce entrambe le passioni facendoci sedere a tavola con i suoi personaggi preferiti, sullo sfondo dei luoghi letterari più fantasiosi di sempre.

Partiamo così per un grand tour di antipasti, primi, secondi e dessert, senza dimenticare salse e bevande, per ognuno dei quali ci fornisce dosi e istruzioni dettagliate e l’assicurazione di aver provato e gustato personalmente ogni ricetta. Di portata in portata, facciamo tappa nel Bengodi di Boccaccio, al Jurassic Park di Crichton, nella Babele di Borges, nel Paese di Oz, a Shangri-La, nell’Ultima Thule, e via nelle storie più belle della letteratura.

Vogliamo assaggiare la torta di compleanno degli Hobbit della Contea? O il nettare di sole del Flauto Magico? La salsa al burro che costò cara al gigante Scassanaso nelle Avventure di Pantagruele? O le crocchette preferite da Sancio, il fedele scudiero di don Chisciotte? Ora possiamo, con un godimento non solo culinario ma anche della nostra immaginazione letteraria, perché, come chiosa Manguel, «sotto ogni forma e foggia, dagli elaborati banchetti di Atlantide al più frugale pasto di Robinson Crusoe sull’isola, tutto il cibo (come ci racconta la letteratura) è essenzialmente la prova della nostra umanità condivisa».

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Severino Salvemini. Chef portraits di Paolo Marchi

Da Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco a Ernst Knam, Heinz Beck e Davide Oldani: ottanta ritratti ad acquerello di ottimi chef italiani, che rappresentano una parte della grandezza della ristorazione di casa nostra. Il grande disegnatore americano Saul Steinberg diceva che “l’arte precede la tecnica come il profumo precede la torta”. Non c’è riflessione più appropriata per commentare il lavoro di cuochi e ristoratori che in Italia portano avanti la professione culinaria di qualità.

Perché gli chef sono veri artigiani e artisti e vanno pertanto ritratti e celebrati con il linguaggio dell’arte, in questo caso gli acquerelli. In questo libro sono raffigurati moltissimi interpreti della gastronomia eccellente del nostro Paese, italiani e stranieri, donne e uomini, attivi sul territorio con un profondo legame con le tradizioni e i saperi alimentari locali. A ognuno è abbinato il piatto iconico, quello che più di altri ha fatto la sua storia e la sua fortuna.

3 libri di cucina da leggere nel mese di ottobre

Che li ha tramutati in una sorta di leggenda per gourmet e irriducibili della buona cucina. Una caleidoscopica lente di ingrandimento sulle ricette d’autore che hanno modellato la nostra cultura dell’italico mangiare. E se, soffermandovi sui disegni del libro, sentirete anche un po’ di profumo di torta, vorrà dire che Steinberg aveva ragione.

Severino Salvemini, economista e professore emerito all’Università Bocconi, ha insegnato in atenei italiani e stranieri e scritto numerosi volumi in materia di organizzazione aziendale e di imprese culturali. Editorialista del “Corriere della Sera” su temi economici, curioso “sconfinatore” in ambiti non suoi, si diletta a realizzare acquerelli. Le sue opere sono state pubblicate in Prego, farsi riconoscere al citofono (Skira, 2014), Fantasmi urbani (Skira, 2017), Ruggine (associazione CAF, 2020) e Jazz Frames (Skira, 2021) e sono state esposte in mostre itineranti.

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Buon Appennino. La cultura del cibo nell’Italia interna

Esiste un rapporto assai stretto tra la geografia dell’Appennino e la tradizione del cibo, i suoi significati culturali, la multiforme profondità della tradizione a cui attinge per essere non soltanto un aspetto concreto della vita quotidiana, ma anche un elemento identitario e di forte impatto culturale.

Sulla base di queste considerazioni, la Fondazione Appennino promuove la pubblicazione di un’opera in cui alcuni scrittori, nati lungo la dorsale che va dalle Langhe all’Aspromonte, raccontano il loro rapporto con i piatti e le pietanze dei territori di origine, nel tentativo di comporre non tanto un elenco di ricette, quanto un’incursione a più voci sul cibo come memoria e antropologia. Presentazione di Piero e Gianni Lacorazza.

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