Olocausto Bianco di Ferruccio Pinotti – Recensione

Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta Ferruccio Pinotti dal titolo Olocausto Bianco edito da BUR Rizzoli. Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera!

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Recensione di Daniela Carletti di Ferruccio Pinotti Olocausto Bianco

Pubblicato nel 2007 il libro di Ferruccio Pinotti “Olocausto bianco”, è un’esplicita denuncia nei confronti di un flagello, quello della pedofilia, che per la devastazione che produce nelle vittime e per l’entità del problema presente in tutto il mondo, deve necessariamente essere posto di continuo sotto i riflettori dell’opinione pubblica.

Quella che l’autore compie è una vera e propria inchiesta realizzata sulla base di interviste ad esperti sia in campo clinico che giuridico, sulle carte processuali, sulle testimonianze degli abusati ma anche dei pedofili.

Ciò che ne emerge è sconvolgente per le storie che porta in primo piano, di bambini e adolescenti abusati, per la denuncia contro la rete di pedofili che si sostengono a vicenda, per il business che determina un giro di soldi non indifferente, per la disorganizzazione e il lassismo di alcune istituzioni locali, per l’ostilità che coloro che combattono contro questa piaga mostruosa (medici, assistenti sociali, psicologi, Polizia Postale, Carabinieri, pubblici ministeri, associazioni di volontariato, ecc.), riscontrano giornalmente.


Daniela Carletti – Foto Profilo Pagina Facebook Daniela Carletti Autrice

«Una piaga sempre aperta».

— Daniela Carletti

Ad essi va tutto l’appoggio possibile della società civile e la nostra immensa stima, poiché nonostante tutte le difficoltà che incontrano (non ultime le minacce alle persone fisiche e ai loro famigliari), proseguono incessantemente la loro opera di aiuto e di supporto con coraggio, costanza ed eroismo quotidiani.

I pedofili si annidano nella società in maniera trasversale, fra le mura domestiche dove ogni bambino dovrebbe trovare cura e protezione, nei seminari dove il monito di Cristo contro lo scandalo inferto ai bambini dovrebbe essere inscritto nei cuori, nelle organizzazioni che commerciano in turismo sessuale dove l’Italia nel 2007 era al primo posto tra i fruitori di questa mercificazione che non si è fermata neanche durante i lockdown anticovid.

Per tutte queste ragioni e soprattutto perché l’oggetto di questi crimini immondi sono i minorenni, è necessario e doveroso leggerlo e parlarne. Il libro passa in rassegna ogni problematica legata a questo sconvolgente fenomeno, offrendo così la dimensione reale e inimmaginabile del problema che è necessario denunciare a chiare lettere, sensibilizzando sull’argomento l’opinione pubblica e ogni singolo cittadino, poiché tra tutti i crimini esistenti, quello inferto ai bambini è assolutamente più intollerabile di altri.

Olocausto bianco Ferruccio Pinotti

Fino al 1996 le leggi sull’abuso verso i minori erano soggette all’osservanza del pubblico decoro, per cui pur di salvare l’apparenza, si tendeva a silenziare il crimine. La legge del 1996 invece, appunto la 66/1996 tutela i minori considerando reato il fatto di avere con essi dei rapporti sessuali anche in assenza di violenza.

Il primo team che ha operato sul territorio in Italia è quello di Milano, che poi si è spostato a Torino.

A Roma nel 2000 è stata compiuta un’operazione che ha impegnato forze dell’ordine e magistrati con in testa la procuratrice Maria Monteleone, in prima linea sul fronte della battaglia contro la pedofilia: in quell’operazione sono stati sequestrati qualche migliaio tra videofilmati, immagini hard crittografate e foto. Nelle indagini risultarono coinvolti professionisti, medici e imprenditori. Dopo quei fatti, anche Roma è stata creata una sezione dei RIS dell’Arma dei Carabinieri (Reparto Investigazioni Scientifiche) che si occupa di combattere la pedofilia.

Massimiliano Frassi è il creatore di Prometeo, un’associazione che combatte la Pedofilia da decenni e che oggi forma esponenti delle forze dell’ordine per metterli in condizione di operare con cognizione di causa.

Sul recupero carcerario dei pedofili detti “sex offender”, la società civile è divisa, ed infatti una struttura carceraria come quella di Verona è più o meno l’unica nell’avere una sezione dedicata a questi detenuti, dal momento che gli altri li seviziano in relazione al fatto di essere pedofili. Il nostro sistema carcerario comunque si basa sulla rieducazione del condannato, come è scritto nell’art.27 della nostra Costituzione.

Benché la società sia chiaramente giustizialista rispetto a questo crimine, non bisogna mai dimenticare quanto sia pericolosa la cultura della vendetta e anche su questo aspetto il messaggio del testo è chiaro: non ci si può abbandonare ad una giustizia sommaria! Bisogna necessariamente trovare la forza di procedere attraverso le istituzioni e le organizzazioni presenti nei vari territori, perché solo in questo modo si può estendere e trasmettere alla società intera, una cultura che sia attiva nel combattere in blocco la pedofilia e tutte le sue propaggini tentacolari.

Tra tutti i passi del testo, ne cito uno tratto dall’introduzione, che nella sua cruda espressione rende bene l’idea della portata del problema “Abbiamo guardato il volto della pedofilia…E la conclusione è stata una sola: la Medusa va combattuta. Come ha fatto Perseo…decapitandone la testa.”

Daniela Carletti

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