Olive Kitteridge di Elizabeth Strout – Recensione

Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta Olive Kitteridge di Elizabeth Strout edito da Fazi Editore. Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera!

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Recensione di Daniela Carletti di Olive Kitteridge di Elizabeth Strout


Daniela Carletti – Foto Profilo Pagina Facebook Daniela Carletti Autrice

“La pazzia degli abitanti di Crosby.”

— Daniela Carletti

«Olive Kitteridge» è un romanzo della scrittrice statunitense Elizabeth Strout che nel 2009 ha ottenuto proprio con questo romanzo il Premio Pulitzer.

Tutto si svolge in un’immaginaria cittadina del Maine sull’Oceano Atlantico, Crosby, dove Olive è un’insegnante e dunque conosciuta da tutti anche per questo suo ruolo.

L’opera si articola in 13 racconti autonomi, ma collegati tra di loro dalla presenza costante della protagonista a cui è intitolato il libro, anche se in certi racconti ha una parte del tutto marginale.

Ciò che lega veramente i racconti tra loro infatti, non è tanto il personaggio in sé, quanto piuttosto il suo vissuto alle prese con problemi famigliari legati alla malattia mentale e alla pazzia: c’è chi si suicida, chi impazzisce e chi fa entrambe le cose; per cui anche quando Olive appare soltanto sullo sfondo della scena, il filo sottile che la lega alla narrazione del momento, è di carattere psichico ed è per questo che ella silenziosamente osserva con angoscia suo figlio, terrorizzata di ravvisare in lui la tara di suo padre.

Olive Kitteridge di Elizabeth Strout

Intorno a questa tragica realtà propria di alcuni personaggi, c’è un mondo piccolo borghese costellato di meschinità, pettegolezzi, insoddisfazioni intime quasi sempre inconsapevoli, all’insegna dei luoghi comuni e delle miserie umane.

Di certo, sottolinea l’autrice, neanche gli abitanti del posto vorrebbero vivere a Crosby e la noia di vivere che vi si respira, non è diversa da quella di qualunque altro posto nel mondo, cosicché il piccolo paese diviene l’emblema di una comune realtà propria della condizione umana.

Nella conclusione l’autrice cerca un’apertura verso una speranza, quando la compagna di suo figlio è in dolce attesa “… un sentimento che non si aspettava più di provare: un improvviso impeto di avidità per la vita.” (pag.287); ma lo slancio rimane isolato e il soggetto del libro si riafferma in tutta la sua cruda realtà.

Daniela Carletti

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