Dolci tipici regionali, i più golosi

Ben ritrovati e benvenuti in Zelda’s Kitchen. Quello di oggi è un articolo speciale e dedicato agli amanti dei dolci e non solo. Dolci tipici regionali, i più golosi da provare!

“Devi amare quello che fai. Ogni dolce ha la sua storia: la persona per cui lo prepari, i sentimenti che provi mentre lo prepari… ogni cosa entra nelle mani e mentre impasti pensi con le mani, ami con le mani e crei con le mani.” -ALESSANDRO D’AVENIA

Dolci tipici regionali, i più golosi

Per la realizzazione di questo articolo hanno contribuito alcune blogger appartenenti al gruppo delle Travel Blogger Italiane. Ho chiesto un dolce tipico regionale che hanno assaggiato o semplicemente proveniente dalla regione in cui vivono.

Pronti per scoprire quali sono i Dolci tipici regionali proposti in questo nuovissimo e golosissimo articolo?

Dolci tipici regionali, i più golosi

Il Pasticciotto leccese di Carmen Savino – Viaggiatrice da Grande

Sono certa che anche i meno golosi (come me) non potrebbero resistere ad un pasticciotto leccese.

Dolci tipici regionali, i più golosi

Se dico pasticciotto infatti dico Puglia, ed in particolare Lecce e Salento. Chiunque vi sia stato avrà assaggiato questo dolce tipico.

Ma ecco una piccola descrizione per coloro c he proprio non hanno mai avuto il piacere di assaggiarlo (e vivere una sorta di esperienza mistica) e purtroppo nemmeno sanno come è fatto esteticamente.

Si tratta di un involucro di forma ovale di pasta frolla abbastanza sottile, friabile ma non troppo burrosa. Infatti per l’impasto si utilizza lo strutto o la margarina e non il burro. In questo guscio è racchiuso il ripieno che, secondo la tradizione, consiste in crema pasticcera.

I maestri pasticceri salentini si sono però sbizzarriti: nutella, cioccolato, crema e nutella, crema e mela, crema e amarena (il mio preferito), limone  e mandorle, pistacchio…Una versione particolare è la torta pasticciotto di cui ovviamente va consumata solo una porzione a testa.

Pare che il pasticciotto  sia originario di Galatina (Lecce), nato già nel XVI secolo, ma portato alla ribalta e diventato famosissimo intorno al 1930.

I salentini lo consumano a colazione e credetemi è una colazione di tutto rispetto. Provare per credere.

Le Genovesi di Veronica Sieli – Lost Wanderer

Dolci tipici regionali, i più golosi

In Sicilia si dice che il mare apra lo stomaco. Ogni scusa è infatti buona per mangiare, dallo street food ai dolci. Ogni zona ha le sue specialità e mantiene le ricette invariate da generazioni. Così come succede proprio nel trapanese, nel borgo di Erice con le genovesi.

Dolci dalla forma circolare, fatti con pasta frolla e crema pasticcera. Dovrebbero rimandare all’immagine del cappello dei marinai genovesi, dal quale prendono il nome, che sostavano nel porto di Trapani.

La ricetta è stata conservata gelosamente dalle suore del convento del borgo medievale siciliano. Negli ultimi anni hanno iniziato a creare la variante con la nutella. Costano pochissimo, meno di €2 e possono essere acquistate ovunque ad Erice.

Anche se le più buone le trovate nel vecchio laboratorio San Carlo, dove sono ancora fatte a mano con la ricetta originale. Preferibilmente, vanno consumate calde, con la crema che si scioglie in bocca per un tripudio di sapori.  

Un’altra specialità poco conosciuta, persino nel resto della Sicilia, sono le Sfincie. Il nome deriva dal latino spongia, perché queste frittelle aromatizzate all’arancia, sono morbide come una spugna.

Sono tipiche del periodo natalizio, quando la famiglia si riunisce e a turno impasta in una bacinella l’impasto che, dopo aver riposato, andrà fritto a forme irregolari con un buco al centro.

Vengono poi servite ancora bollenti e passate nello zucchero. Decisamente la fine più dolce per le feste!

Panettone di Babi Bier – Wanderlust in Travel

Dolci tipici regionali, i più golosi

Chi a Natale non ha mangiato il Panettone alzi la mano! È impossibile pensare alle feste di fine anno senza questo tipico dolce a tavola.

Girano tante leggende su com’è stato creato, ma la più famosa racconta che Toni, umile assistente del cuoco di Ludovico il Moro, duca di Milano, stanco dei giorni di lavoro alla corte, dimentica nel forno e brucia i dolci preparati per il banchetto ducale.

Nella disperazione, decide di sacrificare una fermentazione che aveva preparato per la sua cena personale e aggiunge farina, uova, zucchero, uva passa e frutta candita, ottenendo un impasto morbido.

Il duca e gli ospiti apprezzarono tantissimo e quando chiesero allo Chef cosa fosse quel pane, lui rispose semplicemente: è il pane di Toni!

La vera origine del Panettone

Il panettone è diventato simbolo di Milano, ma siccome la sua ricetta deriva da una “tradizione collettiva”, il luogo e la data della sua creazione non possono essere determinati con precisione.

Tuttavia, è possibile risalire ai suoi antenati medievali: i “pani dolci” o “pani da festa”, cioè pani con aggiunta di zucchero, uvetta o spezie e consumati in feste importanti, come il Natale.

Si dice che il capofamiglia tagliava una fetta di pane per ogni ospite e lasciava una fetta da parte per il prossimo anno come segno di continuità!

Krumiri: omaggio ai baffi del re Vittorio Emanuele II di Savoia – Stefania Dainotti – Prendere il volo

Dolci tipici regionali, i più golosi

I Krumiri sono dei biscotti tipici piemontesi, simbolo di Casale Monferrato. Furono creati, quasi per caso, dal pasticciere casalese Domenico Rossi nel 1878. Pochi e semplici ingredienti ma di una sagoma assai particolare, infatti si dice che i Krumiri hanno una forma similare ai baffi del re Vittorio Emanuele II di Savoia.

Solo farina, burro, zucchero e uova in quantità specifiche, che li rendono fragranti ma morbidi allo stesso tempo, a tal punto che nel 1972 la ricetta di questi biscotti vennero protetti da un brevetto.

Ad oggi li si trova anche a livello commerciale ma i Krumiri originali, venduti ancora nella storica latta rossa con l’immagine impressa del Re e lo stemma Savoia, li si acquista nella storica pasticceria Krumiri Rossi di Casale Monferrato in via Giovanni Lanza 17.

I Krumiri si possono gustare sia da soli che inzuppati nel tè, vini dolci liquorosi e crema di zabaione per esaltarne ancora di più il gusto.

Tiramisù di Silvia – Bagaglio Leggero

Dolci tipici regionali, i più golosi

Che per noi Italiani il cibo sia una cosa seria non ti stupirà. Così come non ti stupirà che uno dei dolci più famosi del mondo faccia risalire le sue tracce già al medioevo. E forse ti stupirà ancora di più sapere che in suo onore esistono un’accademia e pure una giornata mondiale (il 21 marzo).

Stiamo parlando del tiramisù e, se al solo nome hai sentito la salivazione aumentare, beh… sei umano! Al tiramisù è semplicemente impossibile resistere!

Il nome deriva dal dialetto veneto “tirame su” e sembra sia stato ideato da un’abile maitresse di una casa chiusa del centro di Treviso per rinvigorire i clienti alla fine delle serate per far sì che costoro, rientrati a casa, riuscissero a svolgere i loro “doveri coniugali”.

Come avrai già capito l’origine del nome è legata a doppio filo a miti e leggende. I Veneti sono maestri nella tradizione orale di storie (soprattutto se riguardano amorazzi), ma una cosa è certa: questo dolce è nato a Treviso. Alla diffusione del tiramisù ha poi contribuito il ristorante “Le Beccherie”, legittimandone la ricetta originaria.

Insomma… sulla trevigianità non ci sono dubbi, ma se credi che la tua ricetta sia imbattibile puoi iscriverti alla challenge che si tiene ogni anno a Treviso e portare la tua versione. Potrebbe essere un’ottima occasione per approfittare di un bellissimo viaggio on the road nel Veneto… ma ricordati che i Pavesini non sono ammessi!

La Tortionata di Lodi di Antonella Maiocchi – I Viaggi dell’Anto

Dolci tipici regionali, i più golosi

Lodi è così vicina a Milano che in molti ne ignorano addirittura l’esistenza. Eppure ha una sua personalità e una sua tradizione anche gastronomica che merita davvero di essere presa in considerazione.

In una campagna particolarmente fertile, si concentrano i grossi allevamenti di vacche da latte: formaggi e burro non mancano mai sulle nostre tavole. Ed è proprio il burro l’ingrediente principale del dolce tipico della città di Lodi: la tortionata.

La forma tonda, l’utilizzo delle mandorle e l’assenza del lievito fanno pensare ad una sua origine medioevale ma non si hanno testimonianze precise

Nel 1850 un lungimirante pasticcere, Alessandro Tacchinardi, decise di perfezionare l’antica ricetta e di riproporla agli abitanti di Lodi. Il nome che le diede pare derivi dal tortion, un filo di ferro attorcigliato che si usava per spezzare la torta che infatti non si può assolutamente tagliare a va gustata a tocchetti.

La ricetta che utilizziamo oggi è ancora quella del Sciur Lisander: burro farina e mandorle in proporzioni segrete, un leggero aroma di scorza di limone e una spolverata di zucchero a velo.

Accompagnata dalla crema al mascarpone è perfetta per una pausa golosa quando nei freddi pomeriggi d’inverno si arriva in piazza e non si può fare a meno di ammirare il Duomo avvolto dalla nebbia.

Allora quale di questi Dolci tipici regionali vi è piaciuto di più?


Siamo giunti alla fine del primo appuntamento dedicato ai Dolci tipici regionali, i più golosi. Non perdetevi il secondo appuntamento la prossima settimana. Ringrazio nuovamente le ragazze del gruppo Travel Blogger Italiane, per aver partecipato con il loro contributo.

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