Atlante degli odori ritrovati: un magico mondo in cui l’olfatto è il custode degli odori che ci circondano – Recensione e intervista all’autrice

L’Atlante degli odori ritrovati è un magico mondo in cui l’olfatto è il custode degli odori che ci circondano ogni giorno, come quello del caffè del mattino; l’odore delle pasticcerie e panifici la mattina presto che sfornano croissant, biscotti e prodotti da colazione o le spezie che riescono a farti immaginare il loro paese di provenienza e tutto il processo lavorativo di cui occupa un determinato periodo. Questi e altri odori si trovano nel libro di Roberta Deiana edito da HarperCollins.

L’Odore del caffè, quello che sentiamo tutte le mattine e che ci da la carica giusta per cominciare le nostre giornate ogni giorno, perché ci piace?

Perché ci piace: ci piace perché «parla» di quotidiano: nel senso che è sempre il nostro compagno di fiducia al bar, in ufficio, a casa e lo fa tutti i giorni e «sa» e «conosce» tutte le persone con cui prendiamo un caffè, che sia con un collega, con un amico o in solitaria accompagnata dalla nostra azione quotidiana. Ha quel piacere di ricaricare le nostre energie e di vederci sorridere con le persone che più amiamo

Che effetto ha: parole fondamentali carica e energia la mattina, dopo pranzo e dopo cena se dobbiamo ancora lavorare. Ci aiuta a dare quella spinta in più che generalmente si può dire che non abbiamo.

In profumeria le note di caffè donano spesso alle fragranze sfumature bruciate, ruvide, selvagge. Come accade in Tambour Sacré di Rubini, un extrait de parfum ispirato all’Africa, ipnotico come i tamburi nella savana che preannunciano riti sacri.

Atlante degli odori ritrovati

Titolo: Atlante degli odori ritrovati

Autore Roberta Deiana

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Atlante degli odori ritrovati – Intervista all’autrice

Benvenuta Roberta Deiana su Zelda’s Kitchen. E’ un vero onore ospitarla per questa intervista. I miei lettori saranno sicuramente curiosi di scoprire brevemente chi lei sia.

Domanda forse scontata ma necessaria: come nasce Atlante degli odori ritrovati? 

Atlante degli odori ritrovati

Prima di tutto grazie mille per l’intervista! È un piacere essere qui!

Quanto ad Atlante degli odori ritrovati, il libro nasce da un mio desiderio divenuto negli anni sempre più forte: quello di indagare il mistero del senso dell’olfatto. Trovandomi spesso a scrivere di profumi mi sono resa conto di quanto non ci siano parole specifiche per parlarne, di come si debba sempre ricorrere alla sinestesia. Ho pensato perciò di partire da una mappatura olfattiva del nostro mondo per indagarne gli elementi base e capire un po’ di più del lato olfattivo del nostro mondo.

Si dice che l’olfatto umano sia meno sviluppato di quello dell’animale, quanto influisce nella vita quotidiana?  

L’olfatto umano è decisamente meno sviluppato; tuttavia influisce moltissimo nella nostra vita: il punto è che agisce silenziosamente e non ce ne accorgiamo. Però l’olfatto ci rassicura che non ci siano odori di pericolo (per es. di bruciato, di gas, di cibo andato a male), ci dà informazioni sul nostro territorio, sulle persone che incontriamo e decide, a livello subliminale, anche dell’attrazione/repulsione tra persone.

Secondo lei l’olfatto può ingannare il gusto e/o viceversa?

Ingannare non direi, però è vero che senza olfatto il gusto è un senso modesto e poco incisivo. La ricchezza di aromi, di sfumature, di sfaccettature è data dal naso, non dalla lingua!

L’olfatto può essere “allenato” sin da bambini? Mi è sempre stato detto che è un buono chef deve avere un palato fine e un buon olfatto, quanto di ciò del vero a suo parere? 

L’olfatto si può allenare sempre, per fortuna, proprio come tante altre capacità! Certo, chi comincia prima ha più ore di pratica, ma c’è sempre tempo: anche chi non ha cominciato da bambino può arrivare ad allenare il proprio olfatto.

Un buon chef chiaramente ha bisogno sia di un palato educato che di un olfatto fine, assieme a tutti gli altri strumenti del mestiere: sono d’accordo.

C’è un odore in modo particolare a cui è legata?

Amo raccontare che da bambina passavo molte ore nel giardino della casa in cui sono cresciuta: lì c’era un albero di mandarino e ricordo che mi piaceva moltissimo passare il tempo a piegare  la buccia per sentire il profumo che produceva. Da allora il mandarino mi mette sempre di buon umore!

Credit Pixababy

Il caffè e il tè hanno in comune la stessa identica molecola. Ma effettivamente come li percepiamo a livello olfattivo e nel nostro sistema? 

Il caffè e il tè hanno qualche molecola in comune, ma ne hanno tantissime altre che non corrispondono. Inoltre se esistono numerose tipologie di caffè, quelle di tè sono sconfinate. Un’altra differenza importante è che il profumo del tè è particolarmente volatile e richiede una grande abilità per comprenderlo. 

Nel libro ci racconta che questa bevanda dal colore nero proveniente dalla cultura turca non è mai stata scomunicata da papa Clemente VIII. Come mai? 

Perché il papa, prima di scomunicarlo, lo volle fortunatamente assaggiare e gli piacque così tanto che decise di benedirlo e renderlo cristiano. Ogni tanto mi diverto a pensare cosa sarebbe successo se non gli fosse piaciuto!

Cosa ci può dire al riguardo del gin? Perché ci piace?

Qui, lo dico subito, sono di parte. Il gin è il superalcolico più profumato: i suoi numerosi botanicals vengono messi in infusione in modo tale che non se ne perda il profumo. Io credo che sia quello il segreto del suo successo: qualità sempre più di pregio, sempre più profumate che rendono il gin tonic molto più che piacevole: inebriante!

Ringrazio la casa editrice Edizioni HarperCollins per avermi omaggiato della copia cartacea di Atlante degli odori ritrovati e Roberta Deiana per aver accettato l'intervista 
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