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Vernaccia di San Gimignano DOCG: la Regina Bianca della Toscana che affascina da secoli

Unica, nobile, ribelle. La Vernaccia di San Gimignano DOCG è molto più di un vino: è un viaggio dentro la storia, un racconto scolpito nel paesaggio toscano, una voce che da secoli risuona tra le mura di San Gimignano e che oggi, più che mai, torna a far parlare di sé.

Al Vinitaly 2025, il Consorzio della Vernaccia ha portato in degustazione circa 80 etichette tra annate e Riserve, proponendo al banco consortile e nelle masterclass un’esplorazione sensoriale capace di raccontare la ricchezza di sfumature di questo vino antico. Un vino che non solo accompagna l’eccellenza gastronomica della Toscana, ma la esalta, mostrandosi sorprendentemente versatile.

Dietro ogni calice di Vernaccia di San Gimignano DOCG c’è il lavoro quotidiano di oltre 170 aziende, spesso a conduzione familiare, che credono nella forza di questo vitigno autoctono. Una storia lunga e gloriosa, cominciata già nel Duecento, quando la Vernaccia veniva servita sulle tavole dei re, dei papi, dei nobili mercanti. Un vino tanto amato da essere perfino citato da Dante Alighieri nel Purgatorio, e rappresentato negli affreschi del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, per volere del Duca Cosimo I de’ Medici.

Oggi, da circa 750 ettari vitati, nascono ogni anno oltre 5 milioni di bottiglie di Vernaccia di San Gimignano DOCG, metà delle quali esportate in tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Germania, dal Giappone alla Svezia. Ma è soprattutto a San Gimignano che questa “Regina Bianca” rivela tutto il suo spirito: servita ristoranti locali, venduta direttamente nelle cantine e nei wine shop, amata da chi visita il borgo per scoprirne i sapori autentici.

Vernaccia di San Gimignano DOCG

Gli assaggi della masterclass: sette sfumature di Vernaccia di San Gimignano DOCG

Durante la masterclass, la Vernaccia di San Gimignano DOCG si è svelata in tutta la sua ricchezza espressiva, raccontando questo territorio attraverso sette etichette, ciascuna con un’identità ben distinta.

Casa alle Vacche ha aperto il percorso con un vino dal colore giallo paglierino tenue, attraversato da riflessi verdognoli. Al naso si fa notare per un profilo fine e penetrante, con richiami a fiori di campo e mandorla amara. In bocca è asciutto e armonico, con un frutto sottile e un finale che richiama la mandorla di pesco, lasciando una sensazione piacevolmente “simpatica”.

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La Lastra propone una Vernaccia giallo paglierino intenso, dal bouquet profondo e articolato. Le note floreali si fondono con accenti agrumati, tropicali come mango e papaya e con una decisa impronta minerale. Il naso si arricchisce di camomilla, pesca e mela verde, mentre la bocca è fresca, vibrante, con un’equilibrata acidità e una lunga persistenza sapida. Un sorso che racconta il terroir e la filosofia biologica della cantina.

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Fattoria Melini – Conti Serristori sorprende con una Vernaccia dal colore dorato chiaro e riflessi verdolini. Al naso fiori di ginestra, ananas maturo e pietra focaia introducono un sorso secco, pieno e armonico. Il finale, elegante, richiama la pesca della vigna e una mandorla che rimane sul palato con garbata insistenza.

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Pietra Serena – Arrigoni propone una Vernaccia dorata, con riflessi verdi che si fanno notare alla luce. Il profumo è fragrante, dominato dalla ginestra e accompagnato da ricordi di ananas. Il gusto è secco e sapido, ben equilibrato, con un retrogusto nitido di pesca e mandorla.

Borgo alla Terra si distingue per un giallo paglierino compatto e luminoso nel calice. I profumi di mela e pesca sono immediati e invitanti, seguiti da note caratteristiche di mandorla e acacia. In bocca è bilanciata e agile, sostenuta da una freschezza vivace.

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Aurea Vernaccia di Guidi, nella sua versione Riserva, si presenta come un bianco fresco e fruttato, attraversato da sfumature floreali e da una leggera acidità. Il sorso è morbido, con note che oscillano tra fiori freschi e accenni lievemente evoluti. I frutti, freschi e maturi, si equilibrano con l’acidità e l’alcol (13%), rendendola un’etichetta versatile e piacevole.

L’Albereta Riserva – Colombaio di Santa Chiara chiude la degustazione con un’interpretazione di grande carattere. Il colore è un giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso e al palato esprime purezza, ritmo e tensione, con una spiccata acidità e preziose note minerali che le assicurano una lunga vita. Una Vernaccia affilata, complessa e inconfondibilmente toscana.

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1 commento
  1. Paola ha detto:
    23 Aprile 2025 alle 9:19

    Mi piacerebbe avere la tua conoscenza in tema Vini, e lo dico sorridendo perché non bevo quasi mai… sono certa però che la mia poca cultura sul vino sia complice nel farmi bere quasi sempre acqua. Ho a volte pensato di iscrivermi a qualche percorso di avvicinamento, ma per ora non l’ho messo in atto

    Rispondi

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