Quando i fiori diventano opere d’arte
Devo avere fiori vicino a me, sempre, e sempre.
-Claude Monet

I fiori hanno sempre suscitato interesse tra artisti, poeti e filosofi. Sin dai tempi antichi, nelle varie culture, sono stati simboli sacri, elementi essenziali di culto e protagonisti di studi scientifici.
La prima comparsa di un fiore è stato il loto blu, nymphaea caerulea, nelle pitture murali delle tombe egizie. Nell’Antico Egitto rappresentava il Sole e la rinascita.
Basta notare che anche nella civiltà minoica, i fiori di loto, i gigli e altre piante sono presenti nelle pitture decorative parietali del palazzo di Cnosso, e di Thera.
Nella cultura classica alcuni vegetali sono associati a divinità, o sono metafore di vizi e virtù umane, come nel mito di Narciso.
Mentre nei testi religiosi, le piante assumono un significato simbolico, come il giglio associato a purezza e innocenza.

Un esempio sono gli affreschi a Villa Livia, o “ad gallinas albas”, a Roma, sono il più antico esempio di pittura di giardino in epoca romana, 40-20 a. C.
I fiori diventano per la prima volta i protagonisti del quadro
Nel Medioevo i simboli e i miti della tradizione pagana sono ripresi e trasformati in immagini sacre. I monasteri diventano veri e propri centri culturali e conservatori di queste rappresentanze.
La Primavera di Botticelli e la più complessa, si svolge in un giardino ricco di fiori, delimitato da un aranceto e da una siepe di mirto.
Il dipinto conta più di 500 specie vegetali, delle quali 190 fiorite e 70 ciuffi di graminacee o ciperacee. Sono tutte dipinte in modo dettagliate e con attenzione, lo stesso pittore le conosceva.
I fiori vengono richiesti per abbellire gli interni borghesi, tanto che la pittura ampia i suoi soggetti: la natura morta, allora detta silenziosa, nel 1600 diventa un tema autonomo.
Nel Secolo d’oro della pittura olandese, i fiori diventano i protagonisti dell’opera d’arte.
Abraham Mignon Jan van Huysum Jan Davidsz. de Heem
I primi artisti a dipingerli furono Jan Brueghel il Vecchio, Ambrosius Bosschaert e Osias Beert. I principali protagonisti erano i tulipani, allora oggetto della Tuliponomia, ma anche altre tipologie di botanica.
Intorno al XVIII sec. le composizioni floreali diventano più morbide, asimmetriche e perdono il loro significato allegorico, diventando semplici oggetti d’ornamento.
I fiori e gli impressionisti
Con gli impressionisti il tema dei fiori è tra i privilegiati per le nuove sperimentazioni. Da H. Fantin-Latour, Renoir, Manet, sino alle ninfee di Monet.
Un’altra serie di quadri floreali sono i girasoli di Van Gogh, tanto amati da sceglierli come abbellimento per la casa di Arles.
Nel 1901, anche Gauguin a Tahiti, li semina e li dipinge, forse in omaggio alla loro amicizia.
Luce e piani di colore sono presenti ancora nelle composizioni di Césanne e Matisse.
Cézanne Renoir Henri Fantin-Latour
Nella pittura contemporanea

Prendiamo Georgia O’Keeffe, massimo esponente con il suo precisionismo e il suo modernismo e per ultimo per concludere il rappresentante della pop-art, Andy Warhol con i suoi Flowers del 1964, trasforma il fiore iniziale, in immagine grafica, decorativa, con molte varianti di colore.
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