
Palazzo Reale e le mostre La memoria della guerra e Bambole. Storie di una passione senza tempo
E’ ritornata l’iniziativa dedicata al #domenicalmuseo, che consente l’ingresso gratuito in tutti i musei statali. Per l’occasione ho visitato Palazzo Reale e le due mostre Bambole. Storie di una passione senza tempo e La memoria della guerra. Antonio Santagata e la pittura murale del ‘900, in esposizione fino a domenica 3 novembre 2019.
Palazzo Reale
Il Palazzo Reale o Palazzo Stefano Balbi è uno dei maggiori edifici storici di Genova inserito il 13 luglio del 2006 nella lista tra i 42 palazzi iscritti ai Rolli di Genova, divenuti in tale data patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il Palazzo Reale fu costruito tra il 1618 e il 1620 per volere della famiglia Balbi, a cui è intitolata anche la strada su cui si affaccia, successivamente venduto alla famiglia Durazzo. Mentre nel 1823 divenne proprietà dei Savoia che lo adibirono a dimora reale.
I primi coinquilini del palazzo: La Famiglia Balbi
La famiglia Balbi di umili origini proveniente dall’entroterra della Liguria, diventarono ottimi commercianti di seta e tessuti, per poi passare nel campo della finanzia. Grazie a questo passaggio, la famiglia entra a far parte nell’aristocrazia genovese. La morte prematura di Stefano e Giovanni Battista Balbi durante la peste del 1657, pose fine ai primi lavori del palazzo che passarono successivamente dopo la vendita alla famiglia Durazzo.
La famiglia Durazzo e l’ampliamento del Palazzo
Nella seconda metà del Seicento, il palazzo venne acquistato dalla famiglia Durazzo, discendenti da una famiglia fuggita dall’Albania e dopo aver vissuto come schiavi a Messina, si trasferirono a Genova diventando mercanti. Due secoli dopo con Giacomo Grimaldi Durazzo, diventarono una delle famiglie più importanti di Genova.
Acquistarono il Palazzo Reale per ampliarlo e trasformarono la galleria già esistente in quella degli specchi, modificando porte, atrio, scaloni e aggiungendo il cortile e il giardino pensile che affaccia su via Prè.
Diversi furono i personaggi illustri che il palazzo ospitò come re di Spagna Filippo IV, l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo Lorena, Gioacchino Murat, la moglie Carolina Bonaparte e il fratello Napoleone.
I Savoia e la residenza estiva
Il Re Carlo Felice di Savoia acquistò il Palazzo Reale e lo adibì come residenza estiva della famiglia. In questo periodo molte stalle vennero usate come Sale del Trono, Udienze e saloni di Ballo e gli appartamenti al primo piano. Con il trasferimento della capitale a Roma, il palazzo venne inutilizzato e venduto allo Stato.




Le stanze del Palazzo Reale
Il palazzo Reale è uno dei più vasti complessi architettonici che va dal periodo sei-settecenteschi di Genova con saloni di affreschi, stucchi, dipinti, sculture, arredi e suppellettili appartenuti alle famiglie nobili e reali che lo abitarono. Le volte dei salotti e delle gallerie sono affrescate da alcuni dei nomi più importanti della decorazione barocca e rococò.
- Sala della Battaglie: Si possono ammirare tanti quadri con combattimenti navali;
- Salone del Tempo: Si trova un affresco che raffigura La Verità svelata dal Tempo di Domenico Parodi e 23 dipinti incastonati di Tintoretto e dei Bassano;
- Sala del Veronese: In questa sala potrai ammirare la riproduzione della Cena di Cristo, l’originale si trova nella Galleria Sabauda del Palazzo Reale di Torino;
- Sala degli Specchi Genova: è la più bella ed un’interpretazione di Domenico Parodi della Galleria di Ghiaccio di Versailles voluta da Gerolamo II Durazzo;
- Galleria della Cappella: è dedicata alla Passione di Cristo;
- Sala del Trono: locale con decorazioni che richiamano l’ottocentesco;
- Sala delle Udienze: qui si trova il bellissimo ritratto di Caterina Balbi Durazzo ad opera di Van Dyck e gli appartamenti di Re e Regina;
- Sala degli Arazzi: contengono due grandi arazzi di tessuti tenuti a Parigi nei primi anni del 600.
- Il Giardino di Palazzo Reale: venne costruito nei primi anni del Settecento per opera di Carlo Fontana. Al centro del giardino si trova un piccolo laghetto di forma ottagonale con un mosaico di ciottoli bianchi e neri, recuperato dal Monastero delle Turchine (nel 1965 e 1966 questa grande e articolata pavimentazione fu smantellata e ricostruita nel giardino di Palazzo Reale). La composizione di questo mosaico rappresenta personaggi di vita quotidiana come il mugnaio o un pastore oppure delle creature mitologiche come ippocampo, fenice solare, centauro.



A seguire le due mostre ospitate nella sala del Teatro del Falcone:
La memoria della guerra. Antonio Santagata e la pittura murale del ‘900
La mostra è dedicata dell’artista genovese Antonio Giuseppe Santagata, ispirato dalla sua diretta partecipazione al conflitto bellico. Rispetto al tema della guerra, l’aspetto che i curatori hanno scelto di celebrare è quello della memoria poiché il ricordo di quel terribile conflitto, ancora oggi, mescola sentimenti di sgomento e marcati accenti retorici, ben persistenti in un certo immaginario bellico e patriottico.
La rievocazione e l’eco del conflitto negli anni tra le due guerre furono d’altronde improntate da caratteri ideologici che scaturivano dall’azione propagandistica del regime fascista e che contribuirono, in maniera determinante, alla formazione di un’estetica della politica che trovò la sua più naturale espressione linguistica nella cultura figurativa del Novecento italiano.
La ripresa, in tale ambito di ricerca, di antiche tecniche pittoriche e lo stretto dialogo instauratosi tra artisti e architetti rappresentarono uno dei momenti più significativi di questa tendenza che, al di là delle sue compromissioni ideologiche, è stata centrale nel panorama artistico nazionale di quel periodo.
Fonte: Palazzo Reale – Archivio Mostre Passate


Bambole. Storie di una passione senza tempo
Sono esposte pregiatissime bambole della collezione Frediani, una straordinaria raccolta che comprende pezzi unici e rari a partire dal XVII secolo ad oggi.
Bambole di tutti i tipi, da quelle in bachelite a quelle in cartone pressato,da quelle in stoffa e in cartapesta ai raffinati modelli in bisquit di produzione francese, e molto altro. Fotografie, disegni e cicli di conferenze che esaminano la bambola sotto diverse lenti: dall’antico Egitto alla letteratura e al cinema horror, dalle cere anatomiche a Maurizio Cattelan.



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