Ben ritrovati e benvenuti in Zelda’s Kitchen. Quello di oggi è la seconda parte dell’articolo speciale e dedicato agli amanti dei dolci e non solo. Dolci tipici regionali, i più golosi da provare!
Nei ristoranti di lusso c’è sempre un cuoco addetto solo ai dessert, un eletto che passa la giornata tra spezie aromatiche, panna fresca, frutta, torte, pasticcini: esattamente quello che vorrei fare io per guadagnarmi da vivere.
-Isabel Allende
Per la realizzazione di questo nuovo articolo hanno contribuito alcune blogger appartenenti al gruppo delle Travel Blogger Italiane. Ho chiesto un dolce tipico regionale che hanno assaggiato o semplicemente proveniente dalla regione in cui vivono.
Pronti per scoprire quali sono i Dolci tipici regionali proposti in questo nuovissimo e golosissimo articolo?
Dolci tipici regionali, i più gustosi – Seconda parte
Il Dolce del Santo e la Torta Pazientina di Laura Morello – Viaggi Fuori Rotta
Amo Padova, la mia città. Famosa per i 3 “Senza”. Il Prato senza erba (Prato della Valle), il Caffè senza porte (Caffè Pedrocchi) e il Santo senza nome. Ed è proprio a quest’ultimo, Sant’Antonio da Padova, che è dedicato il Dolce del Santo.
In passato i Frati della Basilica del Santo si adoperavano per lenire le sofferenze dei poveri, offrendo loro delle pagnotte di pane.
Nel tempo queste pagnotte diventarono sempre più ricche, fino a trasformarsi nel cosiddetto Dolce del Santo. La forma ricorda quella della cupola della Basilica e l’aureola del Santo.
Si compone di una base di pasta sfoglia friabile che avvolge un cuore soffice composto da una base di confettura di albicocche, uvetta, arancia candita e mandorle tritate su cui è adagiato un impasto simile al pan di Spagna. L’occasione migliore per prepararlo è il 13 giugno proprio in occasione della festa del Santo.
Nel 1600 a Padova, in qualche convento della città, nasce un altro delizioso dolce tipico padovano: la Pazientina. L’origine del nome è incerta.
Si dice che derivi da “Paziente”, in quanto veniva data ai malati come ricostituente grazie al suo importante apporto calorico. Altri dicono che semplicemente il suo nome inviti, chi desidera cimentarsi nella sua elaborata preparazione, ad avere… pazienza!
Oltre a questo ingrediente fondamentale… la Torta Pazientina si compone di una frolla di mandorle (pasta bresciana), un morbido pan di Spagna, o polentina di Cittadella, guarnito con della crema zabaione, bagna al Rum e completato da scaglie di cioccolato in superficie. Sarebbe un peccato capitale non assaggiarla!
Pastiera napoletana di Valeria Polverino – I Viaggi di Vale
Quale dolce ti viene in mente se pensi alla Campania? Senza dubbio la pastiera napoletana, simbolo per eccellenza della tradizione pasquale, caratterizzato da incredibile dolcezza, morbidezza e gusto deciso.
Sono principalmente due le leggende legate alla nascita della pastiera: nella prima il dolce nasce dalla riconoscenza della sirena Partenope nei confronti della generosità dei napoletani che l’avevano accolta in città, la seconda racconta dell’abitudine delle mogli dei pescatori di lasciare sulle spiagge ceste contenenti ricotta, grano, uova, frutta candita e essenza di fino d’arancio. In una notte di mare burrascoso gli ingredienti si mescolarono e il giorno dopo le donne trovarono il dolce già pronto.
La ricetta ufficiale della pastiera napoletana è una creazione del 1700, quando una monaca ospite del Convento di San Gregorio Armeno creò un dolce con gli ingredienti tipici della Pasqua.
I nobili impazzirono per quella deliziosa creazione e le monache avviarono una sorta di laboratorio per accontentare le numerose richieste. Alla nascita della pastiera è legato il detto napoletano magnatella na risata (mangiati una risata): Maria Teresa d’Austria, moglie di Ferdinando II di Borbone, era famosa perchè non rideva mai.
Cedendo alle insistenze del marito, dopo aver assaggiato il dolce non potè fare a meno di sorridere, dando origine al famoso detto ancora oggi pronunciato per suscitare ilarità.
Torta di Riso di Elisa Boninsegna – Un viaggio in mente
Bologna ha tanti nomi, la dotta, la rossa e la grassa. Dotta per la sua storica università, rossa per i suoi tetti e le facciate dei palazzi color “rosso bolognese” e grassa per la sua cucina.
Ma se i primi piatti di Bologna sono famosi in tutto il mondo, per quanto riguarda i dolci, solo in pochi li conoscono! Un vero peccato, perché non c’è niente di meglio che chiudere un buon pasto con il dolce, se fa parte della tradizione, ancora meglio.
E se il tortellino è il re dei primi piatti, allora la Torta di Riso è la regina dei dolci bolognesi. Conosciuta anche come Torta degli Addobbi, è dolce morbido, fatto di riso cotto nel latte, canditi al cedro, mandorle, uova e zucchero.
Ogni famiglia ha la sua ricetta, ma l’unica regola perché sia buona è che esca dal forno con la “crosticina” scura. Si serve fredda, tagliata a losanghe o a cubetti e per non farsi mancare niente, va anche cosparsa di zucchero a velo.
Questo dolce così buono lo troverete più facilmente dal fornaio che in pasticceria. Confezionato in piccole teglie da portar via, perché una volta provata la vorrete sicuramente far sentire anche agli amici!
Milk Pan di Elena Vizzocca – Racconti Fotografici
Il Milk Pan è un pandolce a forma di cupola, soffice e gustoso tipico della regione Molise.
Nato in una nota e ormai famosa pasticceria di Campobasso, questo dessert è adatto ad ogni occasione anche se viene gustato principalmente nel periodo natalizio.
La sua ricetta è segretissima, ma sono noti gli ingredienti di cui è composto. Uova, burro, zucchero, mandorle, latte e alcool per realizzare l’impasto. Viene poi cotto in forno e quando si è raffreddato si ricopre con una crema al cioccolato bianco e nocciole.
L’ingrediente di punta è senza dubbio il Milk, un liquore di colore giallo a base di latte, prodotto esclusivamente in Molise dal 1840 e la sua realizzazione risulta essere una procedura antica, lunga e complessa.
Ad oggi esistono tante ricette che cercano di imitare quella originale ed alcune si avvicinano molto al suo gusto inconfondibile e raffinato. Una perfetta combinazione di sapori tra cioccolato, nocciole e la dolcezza del liquore che regala quel tocco in più.
Sono sicura che il Milk Pan non vi deluderà.
Brasadè di Staghiglione di Patrizia Ferlini – Sapori in Viaggio
I Brasadè, sono delle ciambelle tipiche di Staghiglione, una frazione del comune di Borgo Priolo in provincia di Pavia.
Fanno parte di una lunga tradizione culinaria, e ancora oggi, nonostante le difficoltà, rimangono parte integrante della storia di questi luoghi. Parlo di difficoltà perché sono rimasti in pochi a produrle e, come molte delle belle usanze di una volta, a volte si perdono nel tempo.
Queste ciambelle sono un prodotto da forno non lievitato e sono impastate solo ed esclusivamente con le mani. Il segreto della loro semplice bontà sta nella doppia cottura (da cui deriva anche il nome Brasadè): vengono prima bollite e poi cotte in forno a legna.
La loro origine risale all’800 quando, confezionate in collane, venivano donate ai cresimandi. Sono legate in file da 11 ciambelle: cinque rivolte in un senso e cinque in quello opposto, con la restante che viene utilizzata come fermaglio.
Gli ingredienti sono poveri, motivo per cui hanno avuto tanto successo in queste località di campagna: farina, strutto, burro, zucchero e bicarbonato. Ma è la loro storia intrinseca a renderle un tassello così importante per il territorio. Perfette se abbinate ad un calice di Sangue di Giuda.
Biscotti di Raveo di Miriam – Miry Giramondo
Nascosto tra le montagne della Carnia friulana, all’interno della verdeggiante Val Degano, adagiato in una conca e circondato da due torrenti sinuosi sorge il piccolo borgo antico di Raveo.
Questo comune davvero caratteristico è entrato di diritto nel club “Borghi Autentici d’Italia “grazie ad una serie di iniziative storico culturali e alla cura dei suoi percorsi naturalistici.
Qui, all’ombra del Monte Sonantri, il signor Emilio Bonnani inventò nel 1920 con pochi ma semplici ingredienti, dei deliziosi biscotti a forma di ‘S’. La particolarità di questa forma serpentina è data dal gesto delle biscottaie di torcere a mano il delicato impasto. Gli ingredienti usati per queste delizie sono: farina, burro, uova, zucchero, vaniglia e sale; tutti elementi naturali di primissima qualità!
Il prodotto finale però raggiunge l’apice del gusto se è accompagnato da un bicchiere di vino bianco o da una tazza di thè. L’eccellente maestria e la bontà degli ingredienti hanno fatto delle “esse di Raveo” un prodotto così eccellente che si sono guadagnati, per alcuni anni, il titolo di “biscotti del Papa Giovanni Paolo II” in quanto si ritiene che una ragazza del paese glieli portò in dono e da quel momento, il pontefice ne ordinava periodicamente delle confezioni.
Da un secolo, questi semplici biscotti sono in grado di conquistare il cuore di ogni generazione di friulani che ormai li hanno consacrati come uno dei simboli della loro terra. Un amore ben riassunto dalle parole del signor Aldo Bonanni:
“La mia più grande soddisfazione è l’apprezzamento della gente; è bello sapere che il proprio prodotto piace così tanto, che regali momenti di felicità alle persone”.
Le fritole di Paola Benedet – Family in Fuga
Le fritole sono un tipico dolce veneto del periodo del Carnevale; le frittelle veneziane hanno una ricetta originale che negli anni è stata modificata per creare più varianti.
Storia
Le frittelle venivano preparate fin dal 600 per mano dei fritoleri, un lavoro che si tramandava di padre in figlio e per il quale era stata costituita un’associazione che stabiliva le regole per svolgere il lavoro.
I fritoleri erano organizzati in baracche lungo la strada, le fritole venivano preparate su grandi tavoli in legno e poi per la frittura passate in grandi pentole, infine servite calde con lo zucchero.
Paola vi lascia anche la ricetta da poter fare anche a casa!
Ricetta originale:
- farina 400 gr.
- uvetta 100 gr.
- zucchero 1 cucchiaio
- uova 2
- latte 1 bicchiere
- rum 1 bicchierino
- lievito di birra fresco 10 gr.
- limone 1 (scorza grattuggiata)
- Olio di semi di arachide per friggere
- zucchero semolato o a velo per la finitura
Oggi si trovano a vari gusti: con la crema, lo zabaione, il cioccolato, il pistacchio, alle mele.
Sono un dolce davvero squisito, personalmente uno dei miei preferiti (per fortuna si mangiano solo nel periodo del Carnevale).
Siamo giunti alla fine di questo secondo appuntamento, allora quale di questi Dolci tipici regionali vi è piaciuto di più?
Ringrazio nuovamente le ragazze del gruppo Travel Blogger Italiane, per aver partecipato con il loro contributo.
Qui trovate il primo appuntamento dei Dolci tipici regionali
18 commenti
Questo viaggio nel gusto in collaborazione con così tante blogger è davvero bellissimo, perchè ognuna può raccontare i gusti della tradizione facendo passare a noi che leggiamo la loro passione e poi sono tutti uno più buono dell’altro!
Esattamente! Adoro poter realizzare queste piccole collaborazioni proprio per questo!
Che buona la nostra torta di riso😍 purtroppo è l’unica che conosco dei dolci che hai elencato, devo recuperare!
Ammetto che non conosco tutti questi gustosissimi dolci tipici e sembrano tutti invitanti. Io sono un amante dei dolci in generale qundi questo post fa al caso mio. Che foto invitanti. – Paolo
Adoro questo giro, seppur virtuale, nei dolci tipici regionali. Anche io ne ho da segnalare uno: il Migliaccio, della tradizione Avellinese. Se scriverai ancora di questo argomento, fammi un fischio.
Prova ad assaggiare la schiacciata alla fiorentina, è un dolce tipico del periodo di carnevale, da leccarsi i baffi!
Mi fa impazzire, solo a vederlo, il milk pan. Se poi è ottimo da abbinare al caffè, è già nella mia lista dei desideri!!
Come si fa a scegliere tra tutti questi dolci? Io poi sono una golosona e li mangerei tutti ma se proprio dovessi compiere una scelta, da mezza napoletana opterei per la pastiera.
Maria Domenica
Wow che carrellata! Mi ispirano proprio tutti, l milk pan è quello che mi incuriosisce, visto che gli altri ho avuto la possibilità di assaggiarli. In questa golosissima carrellata hai ricetta che più amo, quella della torta degli addobbi. Quando la faccio torno piccola e mi siedo accantoi alla mia bellissima mamma che mi dice di aspettare la mia sorellina. Sempre, ogni volta.
Le fritole sono le mie preferite… ma non appena si potrà tornare a viaggiare, beh, organizziamolo con le altre TBI un bel tour enogastronomico a base di dolci!
Ciao alcuni dolci non li conoscevo, buoni da fare e da provare. Ricette con una storia molto tenera e curiosa
Amo moltissimo i dolci e mi piace provare quelli caratteristici delle nostre città o regioni. A volte provo anche a farli a casa
Mi sono piaciuti tutti ma sono rimasta colpita particolarmente dai Biscotti di Raveo, perché la forma e la descrizione corrisponde a una ricetta del sud del Portogallo 🙂 Chissà a cosa si dovrà questo gemellaggio
aspettavo questo articolo, la settimana scorsa ero rimasta sulle spine! Ecco, la pastiera napoletana penso sia uno dei miei preferiti!
Stavo aspettando di leggere tutta la tua lista e sì te la promuovo tutta! Li adoro tutti questi dolci!
Quanta bontà in un solo articolo! Non conosco nessuno di questi dolci ma mi hai fatto venire l’acquolina, che spettacolo! E complimenti per il progetto di scrivere insieme ad altre travel blogger, davvero carino!
Decisamente la pastiera. Amo la ricotta, e se preparata in casa con abbondante acqua di fiori d’arancia è deliziosa. Trovo però che manchino alcuni dolci famosi ripici regionali: La cassata siciliana o i cannoli, che io, benché milanese adoro e quando vado in Sicilia ingrasso perché non me li faccio mancare. Allo stesso modo lo strudel del Trentino e del’ Alto Adige meritano un applauso. Questa è un’ ottima carrellata secondo me, che puoi ampliare con un secondo articolo: i dolci tipici sono veramente tanti in Italia, anche nella stessa regione. In Lombardia, per esempio, il dolce tipico di Pavia è diverso da quello in Valtellina, o da quello di Mantova. Mi aspetto la parte due? Chiedi pure a me, li ho mangiati tutti.
Essendo molisana conosco bene il milkpan, consiglio di venire in Molise per assaggiarlo e vedere tutto ciò che abbiamo da offrire